Descrizione
MEGONIO LIBRANDI CIRO’ ROSSO IGT CALABRIA
Il Megonio Librandi fu il primo vino della cantina Librandi a firma del noto enologo Donato Lanati. Nasce nel 1998, 24 anni fa, e inizialmente la produzione fu ristretta: ne furono prodotte solo 600 bottiglie che circolavano nella nicchia degli amanti del vino: giornalisti, opinion leader, enotecari e ristoratori. Fu proprio in quegli anni che l’enologo aveva personalmente avviato a Cirò Marina la produzione di vini prodotti da alcune varietà selezionate di Magliocco, un’uva per lo più sconosciuta e utilizzata maggiormente per produrre vini da taglio. Lanati scorse subito il potenziale di quel vino carico e intenso e ricco di tannini che oggi sta regalando risultati importanti. Nel 2019 si è aggiudicato il titolo di “miglior vino italiano” secondo la bibbia dei sommelier AIS: la Guida Vitae 2022.
Il Megonio Librandi è dedicato a una delle più influenti personalità in Calabria del II secolo d.C: Manio Megonio Leone, appassionato di viticoltura, appartenente alla famiglia dei Megonio di Strongoli, i quali avevano un vasto latifondo ricco di vigneti che andava da Crotone a Cariati. Librandi volle onorare con questo vino l’impegno e l’amore per la terra e la produzione del vino di questa famiglia di centurioni romani.
(fonte: https://guida.quattrocalici.it/).
LA CANTINA
Librandi, celebre cantina calabrese con sede a Cirò Marina, rappresenta una delle realtà vitivinicole più fiorenti della regione. Grazie alla produzione di vini elaborati da uve autoctone come il Gaglioppo, è riuscita a far conoscere al mondo gli incredibili sapori del Cirò. Inoltre, la zona di coltivazione dei vitigni, a ridosso del mare e riparati dalle montagne è ideale per l’elaborazione di vini che si distinguono per la loro eleganza ed estremo equilibrio.
Ad oggi, potendo contare su oltre 230 ettari vitati, la cantina Librandi è in grado di produrre oltre due milioni di bottiglie l’anno. Ciò lo si deve non solo alla presenza di vigneti sparsi un po’ ovunque, ma anche ai numerosi investimenti nell’ambito della ricerca allo scopo di dare la giusta rilevanza sia ai vitigni autoctoni che a quelli internazionali.
Interessante è la presenza nella cantina Librandi di uno spazio denominato “labirinto” formato da un intreccio di cerchi concentrici dove si trovano cloni di uve che non si trovano più in natura. Da qui si passa alla cantina vera e propria dove antiche e nuove tecniche di produzione convivono al fine di realizzare prodotti dal carattere unico.
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